CNA ha partecipato al 2° Summit nazionale sull’economia del mare “Blue forum” tenuto a Gaeta con il titolo “Costruiamo insieme la nuova visione strategica marittima dell’Italia”. Una tre giorni di dibattiti e di specifiche sessioni utili a definire gli indirizzi strategici del Piano del mare in fase di elaborazione a cura del ministero per la Protezione civile e Politiche del mare.
L’11° rapporto sull’economia del mare, introdotto da Antonello Testa, coordinatore di Ossermare e direttore di CNA Latina, ha “fotografato” il peso economico e la capacità moltiplicativa dell’intera filiera della blue economy a livello europeo e nazionale: 73 miliardi di euro di utile lordo e 4,5 milioni di occupati a livello continentale di cui rispettivamente il 13,3% e il 12% attribuiti all’Italia.
Nell’ambito del programma, durante le sessioni di approfondimento, sono intervenuti tra gli altri Alessandro Battaglia, responsabile nazionale di CNA Nautica, e Cristiano Tomei, coordinatore nazionale di CNA Turismo e Commercio e di CNA Balneari.
“Le competenze e la specializzazione delle micro, piccole e medie imprese – ha rilevato Alessandro Battaglia – rendono unico il panorama italiano della nautica e sono in grado di creare opportunità di lavoro a tutto l’indotto fungendo da volano per trasferire impulso e sviluppo al territorio. Per riuscirci le imprese dovranno abbracciare un processo di rinnovamento in tema di sostenibilità, innovazione, sicurezza e accoglienza turistica. CNA Nautica chiede pertanto politiche che favoriscano le imprese e interventi finalizzati a incrementare la competitività delle Pmi, colonna vertebrale del comparto nautico, sulla formazione, il credito, gli aiuti agli investimenti e il sostegno a processi aggregativi delle imprese”.
Per Cristiano Tomei “la blue economy rappresenta un unicum per l’Italia anche grazie alle eccellenze e alla qualità dei servizi messi a disposizione dalle imprese. Bisognerà continuare a insistere sul versante della sostenibilità, della digitalizzazione e della mobilità per ridurre sempre di più il divario tra il nord, il sud e le isole e per favorire la destagionalizzazione. Anche sul lato della riforma delle concessioni balneari è importante, attraverso la mappatura e il tavolo tecnico istituzionale, chiudere una decennale vertenza per ridare certezza a un settore fondamentale per la crescita dell’economia del mare”.
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