La meccanica marchigiana rallenta, ma tiene meglio di altri settori. Negli ultimi sei anni le imprese attive sono calate del 9,8%, pari a 449 unità in meno. Nello stesso periodo l’intera manifattura regionale ha perso il 15,4% delle imprese e l’economia complessiva il 12%. Lo rileva il Centro Studi di CNA Marche.
Nel primo trimestre 2025 l’attività produttiva è scesa dell’1,1%, contro il -3,4% nazionale. Le vendite sono cresciute dell’1,6% rispetto allo stesso periodo del 2024: +1,9% sul mercato interno e +0,6% sull’estero. “Abbiamo meno ordini in termini numerici – afferma Luigino Gambini, presidente di CNA Industria Marche – ma più consistenti in quantità e dunque in fatturato, un dato positivo anche relativamente ai costi di produzione”.
Nel secondo trimestre il calo produttivo è stato dell’1,8%, contro il -2,5% nazionale. Le vendite interne hanno segnato -2,1%, quelle estere -3,3%. I mezzi di trasporto hanno invece recuperato (+1,6%), con le vendite in crescita dello 0,7% sul mercato interno.
Sul fronte export, nel primo trimestre i nove distretti industriali marchigiani hanno registrato 1,1 miliardi, in calo del 10,6% rispetto allo stesso periodo 2024. Tra i più colpiti le macchine utensili di Pesaro (-22,2%), penalizzate dalla riduzione delle vendite verso gli Stati Uniti che assorbono il 15% dell’export distrettuale. “Il fatto che le aziende meccaniche della nostra regione lavorino in qualità e con un livello tecnologico di assoluto rilievo ci pone in posizione privilegiata – conclude Gambini – Dobbiamo cercare opportunità sui nuovi mercati“.
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