Turismo, presentato il Libro Bianco sulle professioni enogastronomiche

Lug 25, 2025News Nazionali0 commenti

È stato presentato il primo Libro Bianco sulle professioni del turismo enogastronomico, un documento strategico che intende definire ruoli, competenze e percorsi formativi necessari per sostenere uno dei settori più dinamici del turismo italiano. Il documento è stato curato da Roberta Garibaldi, presidente dell’Associazione italiana turismo enogastronomico (Aite), con la collaborazione di CNA Turismo e Commercio, UnionCamere, Coldiretti, Unione italiana vini, Confartigianato Turismo, Consulta nazionale dei Distretti del cibo, Associazione nazionale Città dell’olio, Associazione nazionale Città del vino, Federazione nazionale delle Strade del vino, dell’olio e dei sapori e il Center for Higher education and Youth employability dell’Università degli Studi di Bergamo.

Secondo le stime riportate nel documento, il comparto genera oltre 40 miliardi di euro all’anno, ma fatica a strutturarsi per carenza di figure professionali adeguate. Il Libro Bianco propone una visione integrata e individua cinque profili chiave per accompagnare la crescita del settore e rafforzarne l’integrazione con i territori.

Il primo è il “product manager per il turismo enogastronomico“, da inserire nelle Dmo (Destination management organization) o nei consorzi. Il suo compito è costruire un’offerta turistica integrata, mettere in rete le imprese locali e favorire sinergie territoriali. È già presente in realtà come Trentino Marketing, Promoturismo Fvg, la Dmo della Val di Chiana senese e il Consorzio del Parmigiano Reggiano.

Segue l’”hospitality manager“, figura centrale nella gestione dell’accoglienza nelle aziende agroalimentari. L’indagine rivela che il 73% delle microimprese affida questo ruolo alla proprietà, mentre tra le aziende con oltre 5mila visitatori annui il 43% ha già attivato una Business Unit dedicata. L’82% degli operatori ritiene che questa figura diventerà sempre più centrale. “Le intenzioni di assunzione variano dal 33% al 71%, in base alla dimensione aziendale”, osserva Garibaldi.

Una terza figura è il “consulente di turismo enogastronomico“, un professionista che può operare su chiamata o collaborare stabilmente con consorzi e Dmo. Affianca le imprese nella strutturazione dell’esperienza, nella gestione dei dati, della promozione e delle vendite. È già presente in aree come le Langhe e il Trentino.

Il Libro Bianco definisce, inoltre, il ruolo del “curatore di esperienze enogastronomiche“, libero professionista che interviene nei periodi produttivi, come la vendemmia o la raccolta delle olive, per organizzare e guidare attività turistiche. “Si tratta di un ponte tra turismo ed enogastronomia – sottolinea Garibaldi – utile a valorizzare le competenze di sommelier, esperti gastronomici o laureati in Scienze gastronomiche che vogliano contribuire al settore”.

Infine, viene tracciato il profilo dell’”addetto alle visite“, presente nelle aziende più strutturate, con compiti operativi nella conduzione dei visitatori.

“Il turismo enogastronomico offre un’importante opportunità economica, creando nuove professioni e generando entrate significative – dichiara Marco Misischia, presidente nazionale CNA Turismo e Commercio – Questa forma di turismo, che valorizza la cultura e le tradizioni culinarie di un territorio, contribuisce alla crescita del settore turistico e ristorativo, creando posti di lavoro e promuovendo lo sviluppo locale”.

Il Libro Bianco rappresenta un primo passo verso un sistema professionale riconosciuto, capace di sostenere la qualità e la competitività del turismo enogastronomico italiano.

Questo articolo Turismo, presentato il Libro Bianco sulle professioni enogastronomiche è stato pubblicato su CNA.

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