“Apprezzabile ma insufficiente, ancor di più che nel recente passato”. È la sforbiciata di 25 punti base apportata dalla Banca centrale europea al costo del denaro, “un intervento poco coraggioso, in un momento nel quale le stesse stime negative di crescita della Bce suggerivano una riduzione più robusta”.
L’intervento della Bce, sulla carta e comunque non subito, inciderà sui mutui immobiliari, aiutando le famiglie, e permetterà anche allo Stato di risparmiare alle prossime aste dei titoli pubblici ampliando in futuro i margini di manovra del governo, “margini che, comunque, rimangono risicati in assenza di un taglio del costo del denaro capace di avere un impatto significativo sugli interessi del debito pubblico e di conseguenza di permettere la creazione di un tesoretto consistente per interventi efficaci”.
Nel breve periodo, però, “le dimensioni così limitate della sforbiciata non saranno sufficienti a sostenere le imprese neanche sul fronte del credito dove, viceversa, continua la riduzione di liquidità alle imprese”. Il governo, insomma, dovrebbe convocare al più presto le parti sociali, e in particolare le rappresentanze di artigianato e Pmi, per studiare provvedimenti diretti a rilanciare il sistema Paese sulla scorta di una rinnovata politica di collaborazione.
Questo articolo Il taglio della Bce al costo del denaro è insufficiente a sostenere l’economia è stato pubblicato su CNA.
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