Brusca frenata per gli appalti in Sardegna tra gennaio e settembre 2024. In termini economici il rallentamento arriva dopo l’altrettanta importante accelerazione del 2023, ma sul fronte della domanda consolida il trend di ripiegamento già in atto dallo scorso anno.
È quanto attesta l’ultimo report del Centro studi di CNA Sardegna. In base al rapporto dell’associazione artigiana i primi nove mesi dell’anno si chiudono con un valore dei lavori a base di gara pari a 750 milioni, concentrati in 464 bandi di gara, con un calo rispettivamente del 61% e del 21% rispetto al periodo gennaio-settembre 2023.
Il risultato – spiega il rapporto – trova origine da un lato nell’eccezionalità dei livelli di spesa totalizzati nel 2023, quando è stato particolarmente evidente l’impatto della disponibilità di risorse per non perdere le quali le stazioni appaltanti hanno dovuto rispettare tempistiche stringenti; l’attuale frenata va pertanto letta come un ritorno fisiologico a livelli di spesa “normali”. Dall’altro, il consolidamento della caduta nel numero indica come all’impatto sulla domanda esercitato dall’entrata in vigore del nuovo codice degli appalti (luglio 2023), si sia aggiunta l’onda calante dell’effetto Pnrr anche in termini di domanda. Il mercato degli appalti in Sardegna continua così a polarizzarsi su una domanda sempre più modesta (poco più di 50 gare al mese, contro le oltre 80 del biennio 2018-2019 e le 60 del 2023), e una spesa che nel 2024 è pari in media a più di 80 milioni al mese; un livello che pur se inferiore agli oltre 150 milioni del biennio 2022-2023, rimane al di sopra della capacità di spesa espressa nel biennio 2018-2019 (meno di 70 milioni in media mensile).
L’analisi di CNA Sardegna
“Il quadro generale – commentano Francesco Porcu e Antonello Mascia, rispettivamente segretario di CNA Sardegna e presidente regionale di CNA Costruzioni – diventa quindi negativo per le opportunità di spesa, e peggiora il bilancio di contrazione della domanda già evidenziato nel 2023, confermando l’esistenza di criticità e ponendo maggiori incognite sul futuro prossimo del mercato, in cui alla fase di chiusura dell’onda lunga del Pnrr si aggiungono condizioni di accesso al credito ancora più rigide del passato, livelli dei prezzi di materiali ancora alti e manodopera, specie quella più qualificata, generalmente carente. Tutti fattori di rischio per le imprese, gravate ancora da contenziosi, difficoltà a rispettare termini stringenti e procedure complesse per portare avanti progetti ambiziosi, ma soprattutto dal venire meno delle opportunità di lavoro rappresentate dalla ormai passata stagione del superbonus. Il tutto in un contesto di profondo cambiamento, esemplificato dall’entrata in funzione da gennaio 2024 dell’uso del BIM nei progetti pubblici, che esaspera la competizione tra gli attori del mercato locale, specie per quelli meno strutturati.
Il report di CNA Sardegna
La dinamica mensile fino a settembre 2024 mostra l’assenza dei picchi di spesa registrati nei due anni precedenti, quando erano stati pubblicati numerosi grandi interventi finanziati da risorse del Pnrr o dal fondo complementare. Nell’anno in corso invece nessuna gara supera i 100 milioni, ne risultano promosse due di importo superiore a 90, quella indetta da RFI relativa al lotto 14 – Cagliari dell’accordo quadro per la manutenzione straordinaria all’armamento ferroviario (94,7 milioni), e quella promossa dal Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale di Cagliari, per il completamento della diga principale sul rio monti Nieddu (94 milioni). Seguono il bando Anas per l’adeguamento e messa in sicurezza della strada statale 131, lotto di completamento dei lavori per la risoluzione dei nodi critici – 2° stralcio dal km 108+300 al km 158+00 (80,5 milioni), e un’altra gara promossa da RFI relativa al raddoppio della linea ferroviaria Decimomannu-Villamassargia lotto 2, compreso tra il km 3+460 circa ed il km 9 circa della linea storica (Fondi Pnrr, per un importo a base di gara di 51,6 milioni). Altre due gare superano i 20 milioni: si tratta dell’intervento per la conservazione valorizzazione e gestione del parco geominerario storico e ambientale della Sardegna e servizi di politiche attive del lavoro (38 milioni, mandati in gara da Aspal – Agenzia Sarda per le Politiche Attive del Lavoro di Cagliari), e dell’appalto integrato promosso dal Consorzio industriale provinciale Nord Est Sardegna di Olbia per l’adeguamento funzionale dell’installazione IPPC consortile in località Spiritu Santu — Olbia sezioni (27 milioni l’importo a base di gara).
Le dimensioni degli appalti
L’analisi delle classi dimensionali delle gare promosse mostra la fortissima contrazione di quelle che più erano cresciute nel corso del 2023: la domanda sopra i 500mila euro si è dimezzata, passando da 285 a 142 gare, e la relativa spesa si è contratta del 60% (da quasi 1,9 miliardi a meno di 750 milion), con tassi negativi via via più importanti all’aumentare delle dimensioni medie delle opere in gara. Allo stesso tempo aumentano i lavori più piccoli, soprattutto i micro sotto i 150mila euro, che vedono aumentare il numero del 24% e il valore a base di gara del 17%, contribuendo così a delineare un mercato più polarizzato su interventi mediamente più piccoli, passati da un taglio medio di 3,3 a 1,7 milioni di euro.
I committenti
La flessione della domanda riguarda principalmente i committenti locali: i municipi la riducono del 21%, le province del 26% le aziende speciali quasi del 60%; per tutti questi enti la contrazione della spesa è stata dell’ordine del 60%, con il conseguente dimezzamento delle dimensioni medie delle opere in gara. Tra le grandi committenze, si osservano dinamiche più differenziate: si mantiene pressoché costante la domanda delle amministrazioni centrali (50 gare contro le 52 del 2023), si riduce anche più di quella degli enti locali la domanda dell’Anas (-27%), cresce sensibilmente il numero di gare promosse dalle altre grandi committenze, grazie in particolare all’attività delle Ferrovie (7 gare promosse). Il gruppo (una cifra d’affari, riferita a 7 gare, pari a 187 milioni) è anche responsabile della crescita della spesa di questo insieme di committenti (+7,4%), unico segno positivo in uno scenario di contrazione generalizzata dell’attività appaltistica in regione.
La situazione nazionale
La frenata del mercato registrata in Sardegna nei primi nove mesi dell’anno non è certo un caso isolato nel Paese, contandosi infatti altre 12 regioni che hanno contratto sia i livelli di spesa che la domanda rispetto al periodo corrispondente del 2023. Tra queste Lombardia e Piemonte al nord, Lazio e Toscana al centro, Campania e Sicilia al sud. Liguria, Calabria e Friuli-Venezia Giulia si distinguono per una crescita della spesa a fronte di sensibili riduzioni della domanda; situazione opposta per Basilicata, Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige. Il Veneto è l’unico territorio con un mercato degli appalti con bilancio positivo nell’anno in corso, sebbene il dato numerico sia di crescita debole.
Questo articolo Appalti, battuta d’arresto per i lavori pubblici in Sardegna è stato pubblicato su CNA.
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