CNA Fita esprime forte disappunto per la lentezza con cui procede l’azione risarcitoria contro il cartello dei costruttori di autocarri. E chiede al governo di intervenire urgentemente per accelerare i tempi di risposta della giustizia di merito italiana.
L’iniziativa, promossa da CNA Fita e premiata dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato come migliore campagna a favore dello sviluppo della concorrenza, ha coinvolto oltre 3mila imprese di autotrasporto, oltre a numerose aziende che operano con trasporto in conto proprio. Ebbene, a distanza di otto anni dall’avvio della prima causa, non è ancora stata emessa alcuna decisione di merito. Questa stasi getta un’ombra sulla fiducia che le imprese ripongono nella giustizia italiana.
La situazione nel nostro Paese risulta ancor più penalizzante se paragonata a quella di altri Stati europei. In Spagna, a esempio, la competenza ordinaria ha consentito di definire già oltre 10mila giudizi di primo grado, con una percentuale di accoglimento vicina al 90%, confermata in gran parte dai gradi successivi di giudizio. Numeri che testimoniano l’efficacia del sistema giudiziario di Madrid e che rafforzano ulteriormente la competitività delle imprese spagnole a scapito di quelle italiane.
Il cartello dei costruttori di autocarri, sanzionato dalla Commissione europea, ha causato un pesante aggravio economico per il settore del trasporto su gomma, compromettendo la competitività delle imprese italiane. Il protrarsi di questa situazione di stallo giudiziario è un ulteriore colpo per le imprese già messe a dura prova da sfide economiche e normative. A tal proposito, CNA Fita chiede al governo di ripristinare la competenza ordinaria in materia di risarcimento danni antitrust e di investire, casomai, in soluzioni tecnologiche avanzate per supportare il lavoro dei giudici, incrementare la produttività degli uffici e accelerare i procedimenti.
L’urgenza di una giustizia certa e rapida non è soltanto una questione di equità, ma di sopravvivenza per centinaia di imprese, molte delle quali hanno chiuso i battenti anche per difficoltà economiche. Purtroppo alcuni imprenditori sono addirittura deceduti senza mai vedere riconosciuto il proprio diritto al risarcimento. Solo attraverso un sistema giudiziario efficiente e accessibile si può garantire che i danni subiti dalle aziende vengano adeguatamente risarciti evitando nel contempo di creare un pericoloso precedente di sfiducia collettiva nelle istituzioni.
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