“Il futuro del Made in Italy e quello dell’artigianato sono indissolubilmente legati. Anzi è difficile immaginare il futuro del Made in Italy senza il fondamentale contributo dell’artigianato”. È quanto ha affermato il Presidente nazionale di CNA Dario Costantini intervenendo alla presentazione della campagna di comunicazione “Artigianato, futuro del Made in Italy” presso il Mimit, promossa dalla stessa CNA insieme a Confartigianato, Casartigiani e Fondazione Symbola e con il patrocinio del Ministero delle imprese e del Made in Italy.
L’artigianato italiano è un patrimonio universale, “solo chi ha vissuto la propria esistenza in una foresta non conosce l’artigianato italiano, forse” ha detto Costantini sottolineando alcuni primati del settore che rappresenta il cuore pulsante della manifattura italiana e, quindi, del Made in Italy. Sebbene le imprese artigiane costituiscano il 21,3% del totale delle attività produttive, la loro incidenza è particolarmente significativa nel settore manifatturiero – dove raggiunge il 58,5% del totale delle imprese – e in particolare in alcuni comparti chiave come il legno, l’alimentare, l’abbigliamento, la meccanica. Sono micro e piccole imprese l’89% dei protagonisti dell’export, grazie alle quali l’Italia è leader europeo per vendite all’estero realizzate dalle Pmi con il 27,8% del totale UE, il doppio rispetto alla Germania. Il primo contatto dei giovani con il mondo del lavoro avviene principalmente con le imprese artigiane, l’intelligenza artificiale è nata e si sviluppa soprattutto nelle piccole imprese.
Numeri importanti, ma ci sono anche numeri da cambiare per dare una prospettiva al Made in Italy. Costantini ha rinnovato la richiesta di mettere mano alla riforma della legge quadro sull’artigianato che ha compiuto 40 anni e “c’è bisogno di modernizzarla”. Inoltre 40% è quanto “le nostre imprese pagano in più l’energia rispetto alla media europea e 40% è la contrazione del credito verso le imprese artigiane negli ultimi 10 anni”, ha aggiunto Costantini. “Altro numero da modificare è 313, le ore che una piccola impresa spende ogni anno per la burocrazia. Abbiamo presentato 100 proposte di semplificazioni – ha ricordato – che ridurrebbero quel monte ore a 253 con un risparmio secco di 7 miliardi di euro l’anno per le nostre imprese”. Preoccupante il saldo negativo delle imprese artigiane, 250mila negli ultimi 15 anni.
Per dare una prospettiva al Made in Italy, ha detto il Presidente CNA, è necessario preservare il valore e il ruolo dell’artigianato. “Artigianato futuro del Made in Italy intende ribadire – ha aggiunto Costantini – che le nostre imprese, custodi di produzioni di eccellenza con radici profonde nel territorio, hanno forte capacità di reinventarsi e di intercettare i gusti dei consumatori. I mercati più evoluti chiedono qualità, unicità, personalizzazione. Ma soprattutto, chiedono prodotti che possiedano un’anima, che corrispondano ad un’idea avanzata del mondo, anche in termini di sostenibilità. Prodotti che esprimono storia e identità. Prodotti non solo “belli e ben fatti”, che durano nel tempo, che provengono da filiere corte, ma che contengono un racconto e si prestano ad essere raccontati”. Anche per questo siamo convinti che il futuro del Made in Italy e quello dell’artigianato italiano siano indissolubilmente legati”.
Costantini: “Il 2025 deve essere l’anno della riforma della legge quadro dell’artigianato”
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