Nell’audizione di fronte ai membri della commissione Industria del Senato, CNA e le altre associazioni artigiane hanno condiviso la ratio del disegno di legge in discussione che, recependo le istanze di tutela degli imprenditori artigiani e dei consumatori finali, ha lo scopo di uniformare sull’intero territorio nazionale le regole per la produzione e la vendita del pane.
In tale contesto si rende quanto mai necessario un quadro normativo coerente e uniforme per far fronte alla forte frammentazione territoriale frutto di disposizioni regionali disomogenee che hanno stabilito criteri differenti sulla denominazione di ‘pane fresco’.
Oltretutto, le differenze regionali attualmente esistenti tra le diverse tipologie di pane fresco e la mancanza di controlli adeguati sui prodotti confezionati, che vengono posti accanto a quelli freschi, non fanno che aumentare la concorrenza della grande distribuzione organizzata a scapito delle piccole imprese artigiane del settore.
Non è certo attraverso un’altra legge che disciplini la panificazione che si supera la crisi profonda in cui è entrato il settore, ma alcune regole ben precise potrebbero chiarire le numerose incertezze interpretative esistenti tra Regioni ed Enti locali.
Nel merito, CNA e le altre associazioni artigiane segnalano alcune criticità rilevate nel testo del disegno di legge e le relative proposte di modifica. In particolare, tre sono stati i punti segnalati ai membri della commissione:
la corretta definizione di ‘pane fresco’ deve intendere per ‘fresco’ solo quello che non ha subito processi nemmeno parziali di congelamento;
il pane artigianale va valorizzato e protetto e, come previsto da un decreto specifico, posto in scaffali separati dal pane industriale;
Il pane dissurgelato già confezionato oltre all’indicazione nell’etichetta deve essere segnalato molto chiaramente anche negli espositori.
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