Porti turistici, ecco le proposte di CNA Nautica

Apr 17, 2025News Nazionali0 commenti

Va necessariamente potenziata la rete infrastrutturale di porti e approdi turistici. Criticità si riscontrano anche in relazione alla capacità delle marine e delle darsene in termini di ampiezza e profondità dei fondali. Questi elementi sono le precondizioni per l’accesso alle imbarcazioni e per lo sviluppo dell’economia dei distretti nautici. Sarebbe auspicabile una strategia di sostegno infrastrutturale nazionale con politiche integrate locali di sviluppo secondo le esigenze dei singoli territori”. Così CNA Nautica ha esordito nell’audizione chiesta dal dipartimento per le Politiche del mare sui problemi principali della portualità turistica.

Attività nei porti

“L’articolo 68 del Codice della navigazione regolamenta le autorizzazioni necessarie per l’esercizio di attività economiche nelle zone portuali e marittime. Tuttavia, la sua applicazione, parcellizzata lungo il territorio nazionale, ha fatto emergere – ha osservato CNA Nautica – diverse criticità che influenzano negativamente le procedure di registrazione, i tempi di attesa e i costi da sostenere per gli operatori del settore. Chiediamo quindi un intervento sul piano nazionale per uniformare i titoli autorizzativi e le relative pratiche per ottenerli”.

Concessioni demaniali marittime

“Siamo rimasti soddisfatti dalla conversione in legge del Dl cosiddetto “Salva infrazioni”, ma riteniamo – ha rilevato CNA Nautica nell’audizione – che sussistano alcune incertezze che rischiano di portare alla stagnazione gli investimenti e i livelli occupazionali. Chiediamo quindi che siano emanate linee guida univoche e valide a livello nazionale che contengano indicazioni precise relativamente al perimetro di applicazione della cosiddetta “Direttiva Bolkestein”, alle autorità di riferimento, alla tipologia del titolo concessorio, all’entrata in vigore di nuovi procedimenti, e ai provvedimenti normativi e amministrativi di pertinenza”.

‘Marina resort’

Rispetto ai ‘Marina resort’, in seguito al decreto del ministro delle Infrastrutture del 6 luglio 2016 che individuava i requisiti minimi che devono possedere le strutture organizzate per la sosta e il pernottamento dei turisti all’interno delle proprie unità da diporto, ormeggiate nello specchio d’acqua appositamente attrezzato, le Regioni hanno provveduto a disciplinare in dettaglio i criteri e le procedure per qualificare tali strutture ricettive come ‘Marina resort’, nonché la modulistica necessaria per l’apertura, la variazione e la cessazione di attività da presentare al Comune territorialmente competente tramite Suap.

“In questo modo però – ha sottolineato CNA Nautica nell’audizione – si riscontrano troppe differenze a livello regionale nella qualificazione o meno di una struttura come ‘Marina resort’.

È necessaria di conseguenza un’armonizzazione delle disposizioni regionali di dettaglio per la classificazione di queste strutture ricettive, al fine di garantire uniformità nell’offerta turistica, e maggiore chiarezza per gli operatori del settore, favorendo così gli investimenti”.

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