“I numeri sono importanti, ma senza i valori restano simboli vuoti”. Con queste parole Diego Benatti, segretario regionale di CNA Emilia-Romagna, ha aperto la ventesima edizione dell’osservatorio TrendER, sottolineando come dietro ogni dato ci siano “persone, relazioni e contesti” da considerare. “Viviamo tempi di guerra e violenze – ha detto – ma lo sguardo alle attività dei nostri artigiani ci consola e ci dà speranza: abbellire il mondo e costruire pace”. Benatti ha anche ricordato le parole di Papa Francesco, che in una recente udienza ha definito l’artigianato “un elogio alla creatività” e un lavoro che “abbellisce il mondo e collabora all’opera creatrice di Dio”. Dopo l’introduzione, Benatti ha dato il via ai lavori della giornata, che ha visto la partecipazione di numerosi ospiti, culminando nella tavola rotonda con Paolo Cavini, presidente di CNA Emilia-Romagna, e Vincenzo Colla, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, moderata dalla giornalista Cristina Degliesposti de Il Resto del Carlino.
Marcella Contini, responsabile del Centro Studi di CNA Emilia-Romagna, ha quindi illustrato il valore e la metodologia dell’osservatorio TrendER, che proprio quest’anno compie vent’anni. “È l’unico osservatorio congiunturale dedicato esclusivamente alle imprese fino a 20 addetti, ed è basato su dati reali tratti dai bilanci delle aziende che utilizzano i servizi di CNA”, ha spiegato Contini. L’analisi di quest’anno si fonda su un campione di quasi 12mila imprese ed esplora indicatori come fatturato, investimenti, retribuzioni, consumi, occupazione ed esportazioni.
Contini ha anche illustrato gli avanzamenti nel monitoraggio su digitalizzazione, intelligenza artificiale e sostenibilità. Più di 1.300 imprese sono state coinvolte in analisi sull’adozione di tecnologie 4.0, mentre oltre 140 aziende hanno partecipato a laboratori sull’IA, mostrando una crescente consapevolezza del potenziale trasformativo. In ambito sostenibilità, è stato rilevato un buon posizionamento generale delle Pmi emiliano-romagnole, anche se resta ancora molto da fare per formalizzare le buone pratiche in chiave ESG. Infine, la responsabile del Centro Studi ha richiamato i progetti europei in cui CNA è protagonista, come NOTR e Motors of Growth, che puntano rispettivamente a innovare le politiche per rispondere ai cambiamenti demografici e a rafforzare l’introduzione di competenze qualificate nelle imprese, in sinergia con Regione Emilia-Romagna e partner europei.
I dati presentati nel corso dell’evento delineano un quadro economico regionale con luci e ombre per le micro e piccole imprese emiliano-romagnole.
L’analisi statistica di CNA Emilia-Romagna, in collaborazione con Istat, ha registrato per il 2024 una crescita moderata dei ricavi totali (+1,3%), ma dietro questo dato apparentemente positivo si nascondono criticità che rischiano di compromettere la competitività del sistema imprenditoriale nei prossimi anni. L’analisi ha messo in luce marcate divergenze tra i diversi settori economici. Se il manifatturiero ha continuato la fase negativa con una flessione dei ricavi del -4,4%, i settori delle costruzioni (+2,8%) e dei servizi (+2,2%) hanno mostrato performance positive, con punte di eccellenza nell’edilizia (+5,7%) e nei servizi alla persona e alle famiglie (+5,6%).
Calo degli investimenti: un segnale di prudenza
Particolarmente negativo è il dato relativo agli investimenti: in calo dell’8,5% su base annua. Questa contrazione si è manifestata in tutti e quattro i trimestri dell’anno, con un calo particolarmente pronunciato nel settore manifatturiero (-31,0%). Paolo Cavini, presidente di CNA Emilia-Romagna, ha messo in evidenza come questa tendenza possa segnalare “un atteggiamento di prudenza o incertezza da parte delle imprese, con potenziali ripercussioni negative sulla competitività futura del sistema produttivo regionale”.
Settore tessile-moda in grave difficoltà
Il comparto tessile-abbigliamento-calzature risulta il più penalizzato, con una contrazione annua dei ricavi a due cifre (-13,3%). “Si tratta di un settore strategico per l’economia regionale che coinvolge circa 7mila piccole e medie imprese nei mercati finali, in conto terzi e come subfornitori”, ha commentato il presidente regionale CNA Emilia-Romagna.
Tavola rotonda: il confronto tra impresa e istituzioni
Momento centrale dell’evento è stata la tavola rotonda “L’accento sull’impresa”, moderata dalla giornalista Cristina Degliesposti de Il Resto del Carlino, che ha visto protagonisti Paolo Cavini, presidente regionale CNA Emilia-Romagna e imprenditore, e Vincenzo Colla, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna. Cavini ha evidenziato la necessità di un cambio di passo nelle politiche di sostegno alle micro e piccole imprese: “La riduzione degli investimenti rappresenta un elemento di preoccupazione per il futuro, in un contesto dove la burocrazia, il costo del denaro e l’incertezza geopolitica si fanno sentire. Le nostre imprese hanno bisogno di strumenti agili e accessibili per affrontare queste sfide”. Colla ha condiviso queste preoccupazioni da una prospettiva istituzionale: “Siamo dentro a una crisi geopolitica che ridisegna i perimetri geografici e diventa una crisi geoeconomica. La mia preoccupazione è che vedo un degrado geovaloriale: in occidente si sta mettendo in crisi la democrazia liberale. Se, infatti, vengono imposti i dazi alla Cina, ci saranno delle forti conseguenze in Europa e in Italia”.
Domanda estera in forte contrazione
Un altro dato critico emerso dall’analisi è la significativa flessione della domanda estera (-9,5%), che ha colpito in particolar modo le imprese più orientate all’export. “Dobbiamo rendere maggiormente efficaci le riunioni del Comitato Export per l’internazionalizzazione e avviare tavoli tematici settoriali per sviluppare relazioni commerciali con paesi strategici”, ha proposto Cavini sul tema dell’internazionalizzazione, evidenziando soluzioni concrete per affrontare questa contrazione.
Roberta Palmieri, dirigente Istat – Ufficio territoriale Nord Est, ha contestualizzato la situazione attuale in una prospettiva storica: “Dal 2008 a oggi ci sono stati alcuni momenti di forte shock economico con impatti sulle nostre imprese. Intanto il periodo della grande recessione dal 2006 al 2012, a luglio 2011 la crisi dello spread, a maggio 2012 il sisma qui in Emilia-Romagna, nel 2020 la pandemia, nel 2022 l’inizio della guerra russo-ucraina, fino al 2023 e ottobre del 2024 le alluvioni”. In Emilia-Romagna si registrano dei segnali positivi come “la buona performance dei settori delle costruzioni e dei servizi, la tenuta della domanda interna (+1,7%) e la dinamica positiva in diverse province, con punte di eccellenza”, spiega la ricercatrice Istat Chiara Capogrossi. Ma ci sono anche diverse criticità come “la persistente debolezza del settore manifatturiero (-4,4%), l’interruzione della crescita delle spese per retribuzioni dopo 15 trimestri positivi”.
A completare il quadro economico regionale, Pietro Raffa, direttore Banca d’Italia – sede di Bologna, ha offerto un’analisi sulla situazione creditizia: “Siamo in presenza di una domanda debole di credito da parte delle imprese anche in quei settori in cui i ricavi sono positivi. Si registra, infatti, un decremento per le imprese, con meno 3,5% rispetto al 2023. La contrazione maggiore riguarda il comparto della manifattura, dati in coerenza con la contrazione di tutte le voci di spesa per le PMI come dimostrato dall’analisi TrendER”.
Durante l’evento è emersa la necessità di rafforzare le politiche di sostegno all’internazionalizzazione come risposta alla preoccupante contrazione della domanda estera, e di introdurre misure regionali specifiche a sostegno degli investimenti produttivi delle imprese, in grado di bilanciare la diminuzione delle intensità di aiuto previste a livello nazionale.
Questo articolo Presentato l’osservatorio TrendER: crescita moderata, ma contrazione delle spese delle Pmi è stato pubblicato su CNA.
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