La Convenzione di Vienna, adottata il 15 novembre 1972, ha lo scopo di facilitare il commercio internazionale degli oggetti in metalli preziosi (platino, oro, palladio e argento) anche attraverso l’armonizzazione degli standard e delle norme tecniche, e di garantire un’adeguata tutela del consumatore. L’accordo internazionale ha peraltro introdotto il primo marchio di garanzia internazionale, il marchio comune di controllo (‘Common Control Mark’), che indica il metallo prezioso e la sua finezza.
Gli Stati che fanno parte della Convenzione consentono che le merci contrassegnate con il marchio comune di controllo circolino nel proprio territorio senza ulteriori prove di controllo e marcature, se tali articoli sono idonei per il mercato interno. I gioielli made in Italy, tramite i controlli e le punzonature presso gli Uffici del Saggio autorizzati, potranno quindi essere immessi direttamente sui mercati di 21 Paesi (Austria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Ungheria, Irlanda, Israele, Lettonia, Lituania, Olanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Svezia e Svizzera) senza ulteriori verifiche nel paese di destinazione.
Questo articolo Adesione della Repubblica italiana alla Convenzione di Vienna è stato pubblicato su CNA.
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