CNA Professioni esprime soddisfazione per la normativa introdotta in materia di equo compenso delle prestazioni professionali, una legge attesa da anni da parte dei professionisti e che costituisce sicuramente un primo passo nella direzione di tutelare la qualità e la quantità del lavoro svolto.
Il testo introduce una serie di regole e standard minimi a cui alcune aziende e le pubbliche amministrazioni dovranno attenersi, con l’obiettivo di garantire una retribuzione adeguata a chi svolge per loro un lavoro di tipo intellettuale.
Parliamo di un primo passo, perché le nuove regole dovranno essere rispettate dalle pubbliche amministrazioni (anche attraverso le loro società partecipate) e dalle aziende private, ma non tutte: le categorie comprese sono le banche, le assicurazioni e le imprese con più di 50 dipendenti o ricavi annuali superiori ai 10 milioni di euro. Auspichiamo che a breve si possa ampliare l’ambito di applicazione
Positivo che le professioni non organizzate di cui alla Legge 4/2013 vi siano comprese. Adesso, poiché per i professionisti di cui alla legge 4/2013 sarà un provvedimento del Ministero delle Imprese e del Made in Italy a stabilire i parametri per l’equo compenso, su questo passaggio riteniamo fondamentale che vi sia un’ampia interlocuzione e confronto con le relative rappresentanze.
Fabio Massimo, Presidente CNA Professioni, sottolinea che il provvedimento “definisce un perimetro chiaro, in cui si applica la nuova disciplina, con l’indicazione delle clausole che rendono nulle la definizione del compenso. Positivo che le professioni non organizzate di cui alla Legge 4/2013 vi siano comprese, adesso, per la determinazione dei parametri del compenso equo riteniamo sia fondamentale che vi sia un’ampia interlocuzione e confronto con le relative rappresentanze”.
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