Il mondo dell’artigianato e della piccola impresa ha partecipato alla ripresa economica italiana a pieno titolo. Come dimostrano anche i dati sul fronte del lavoro.
Nel 2022 l’occupazione tra artigiani e piccole imprese è cresciuta infatti del 2,5 per cento, un dato superiore al +2,4 per cento medio nazionale registrato dall’Istat. Significativo poi risulta l’incremento dei nuovi contratti a tempo indeterminato, aumentati del 26,4 per cento nell’arco dell’anno, il miglior risultato dal 2018 a questa parte. Artigiani e piccole imprese hanno intercettato la ripresa e puntano sull’occupazione duratura e di qualità.
L’impatto della ripresa economica sull’occupazione appare evidente anche dall’analisi dei flussi di lavoratori in entrata e in uscita dalle imprese. L’anno scorso è stato registrato un sensibile aumento dell’avvicendamento tra assunzioni e cessazioni, cresciute entrambe a un tasso del 2,9 per cento, il livello più elevato degli ultimi sei anni, a conferma che la ripresa dell’economia ha riattivato il normale avvicendamento delle posizioni lavorative.
A rilevarlo l’Osservatorio Lavoro CNA, che analizza a cadenza mensile le tendenze dell’occupazione tra i “piccoli” fin dal 2014, all’inizio della stagione di riforme che ha profondamente modificato il mercato del lavoro nazionale.
Questo articolo Lavoro, i “piccoli” assumono e a tempo indeterminato è stato pubblicato su CNA.
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