Ricambio generazionale e disallineamento tra domanda e offerta di lavoro stanno diventando fattori critici per le imprese piemontesi. È quanto emerge dal sesto Rapporto Monitor dell’Osservatorio micro e piccole imprese di CNA Piemonte, realizzato in collaborazione con UniCredit e presentato a Torino in occasione dell’assemblea della CNA regionale.
“In un momento storico caratterizzato da una serie di sfide senza precedenti – ha affermato il segretario regionale CNA, Delio Zanzottera – le nostre imprese si trovano a fronteggiare una serie impressionante di ostacoli: l’inflazione, la frenata del Pil, una crescita 2023 che probabilmente sarà corretta al ribasso, i tassi di interesse instabili e le restrizioni creditizie. Ma il problema è soprattutto la ricerca di manodopera qualificata: il panorama demografico presenta un differenziale allarmante tra chi entra nel mondo del lavoro e chi ne esce, divario che potrebbe raggiungere il 50% nei prossimi dieci anni. Molte piccole imprese proprio per questo sono a rischio chiusura. È necessario – ha concluso – che la politica investa per favorire la continuità di impresa e il ricambio generazionale”.
La mattinata si è aperta con i saluti dell’assessore alle Attività produttive, Andrea Tronzano, e della regional manager Nord Ovest di UniCredit, Paola Garibotti e ha visto al centro dei temi trattati un focus sulla continuità di impresa e passaggio generazionale, oltre ad affrontare il tema del mismatch tra domanda e offerta lavorativa, problematiche che per le imprese stanno assumendo dimensioni decisamente critiche.
L’Assemblea ha visto un’ampia partecipazione anche da parte della politica con una nutrita rappresentanza dei parlamentari piemontesi tra cui la Vicepresidente del Senato, Anna Rossomando, il Senatore Roberto Rosso, gli Onorevoli, Fabrizio Comba e Alessandro Giglio, e la Senatrice Paola Ambrogio.
Erano presenti le Onorevoli Chiara Appendino, Chiara Gribaudo, Augusta Montaruli e l’Assessora regionale all’Istruzione e Merito, Lavoro, Formazione professionale, Diritto allo Studio universitario Elena Chiorino che hanno preso parte alla tavola rotonda sui temi evidenziati dal rapporto monitor.
Ha chiuso i lavori il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio.
Fra gli imprenditori, emerge dall’indagine, prevalgono prospettive improntate alla cautela: sono infatti di più quelli che prevedono un calo del giro di affari rispetto a quelli che ne prevedono un aumento, anche se la maggioranza ipotizza una situazione stabile. Sul fronte della formazione, negli ultimi due anni è salito dal 41% al 51% il numero delle imprese che vi hanno investito. Ma il 38% non ha fatto nulla su fronte dell’innovazione, e la maggior parte non ha strategie per un buon coinvolgimento dei dipendenti.
Tornando al passaggio generazionale, quasi il 60% non sa come lo gestirà. Nel 60% dei casi mancano le giovani generazioni, e nel 20% i figli ci sono ma non vogliono continuare l’attività di famiglia. I giovani, dice la ricerca, non sono attratti dall’artigianato, e quasi l’80% delle imprese ammette di non ritenersi attrattiva per i giovani.
Le aziende più resilienti, conclude il rapporto, sono quelle che più investono e più fanno innovazione.
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